Coronavirus, Eros Ramazzotti anticipa il rientro in Italia dagli Usa
Eros Ramazzotti rinuncia al gran finale del suo ‘Vita ce n’è world tour’ previsto a Los Angeles per il 13 marzo prossimo per fare ritorno a casa. Il tour che ha debuttato il 14 febbraio 2019 è in buona parte italiano, suonato, realizzato e organizzato da professionisti italiani ed Eros Ramazzotti, RadioRama e Vertigo non hanno voluto chiedere alle decine di persone di rimandare oltre il loro rientro in Italia in questo momento particolare.
“Per questo ultimo leg in Nord e Sud America, siamo fuori da gennaio -spiega Ramazzotti – sono settimane che qui oltre oceano si rincorrono le voci di quanto sta accadendo in Italia. Adesso che con il nuovo decreto le misure di contenimento si sono ulteriormente inasprite, non ce la siamo sentiti di chiedere a tutti i nostri di restare ancora fuori. E’ un sacrificio troppo grande stare a migliaia di chilometri dai nostri cari. Purtroppo il nostro tour non farà tappa a Los Angeles il prossimo venerdì. Tutti desideriamo tornare a casa per stare insieme alle nostre famiglie, ai nostri concittadini per lottare contro questa situazione allucinante. Ci dispiace tanto -sottolinea- ma torneremo presto e grazie per la vostra comprensione”.
“E’ stato un giro meraviglioso, e colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che lo hanno reso possibile -continua Eros Ramazzotti- ringrazio il Direttore Musicale Luca Scarpa, Giovanni Boscariol, Giorgio Secco, Chris Lavoro, Paolo Costa, Corey Sanchez, Eric Moore, Scott Paddock, Monica Hill e Giorgia Galassi. Ringrazio tutto lo staff tecnico e di produzione. Ringrazio Andrea Pieroni che con Vertigo/EvenTim ha organizzato il tour nel mondo. Ringrazio tutto il gruppo di lavoro di RadioRama e il mio manager Gaetano Puglisi per questa magnifica avventura! Il mio desiderio di rientrare -aggiunge- è legato a loro, per dare a tutte queste belle persone che hanno fatto tanto per la mia musica, la possibilità di tornare dalle proprie famiglie, per stare tutti insieme ai nostri affetti più cari. E con questo gesto vogliamo dire anche a tutti quelli che ci seguono e che ci vogliono bene, che noi italiani siamo speciali. E quando suona un allarme come quello di questa subdola malattia, dobbiamo essere tutti compatti per combattere insieme, seguendo le indicazioni dei sanitari che si stanno destreggiando in mezzo a mille difficoltà per curare chi sta male. A loro il più sincero sentimento di vicinanza e gratitudine in questo momento difficile. Torniamo a casa. Grazie a tutti”.