Al Teatro Manzoni Stefano Orlandi propone la musica, le parole e le immagini di Enzo Jannacci
Stefano Orlandi porta al Teatro Manzoni di Milano, il 28 gennaio, uno spettacolo-concerto, ‘Roba minima, s’intend!’, che rappresenta un percorso di musica, parole e immagini che ruotano attorno alla figura di Enzo Jannacci e della Milano che ha raccontato nelle sue canzoni fin dagli anni ’60. Il tutto attraverso contaminazioni letterarie di Beppe Viola, Franco Loi, Giovanni Testori, Walter Valdi con la partecipazione di Massimo Betti alla chitarra, Stefano Fascioli al contrabbasso, Giulia Bertasi alla fisarmonica .
Lo spettacolo ripropone la Milano di Enzo Jannacci, quella dei quartieri con i suoi mille personaggi stravaganti e surreali: i ‘pali’ dell’Ortica, quello che andava a Rogoredo a ‘cercare i sò danée’, le balere di periferia dove c’è sempre chi ‘per un basin’ avrebbe dato la vita intera. I sogni e le miserie di chi sta ai margini di una società che corre troppo veloce, incurante degli ultimi. Il boom economico con le sue contraddizioni, con ‘Vincenzina’ che vuol bene alla fabbrica, con quello che ‘prendeva il treno per non essere da meno’ e chi davanti a un documento di residenza ‘gli viene in mente tutta l’infanzia’. C’è chi insegue una storia d’amore: ‘roba minima, s’intend, roba de barbun!’. E poi c’è chi, nonostante tutto, ride, e ride di gusto perché ‘sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re, al ricco e al cardinale’.
Jannacci è stato sempre dalla parte degli ultimi, dei balordi, li ha cantati con il cuore in gola, nei
suoi versi c’è la speranza che non si arrende. Jannacci racconta l’avventura umana attraverso
piccole storie di personaggi affamati di fantasia, ma con i piedi ben piantati nel delirio quotidiano
della realtà. Nelle sue canzoni c’è il mondo visto con gli occhi di un clown: un clown moderno,
‘allampanato, fulmineo e folle’, dove il riso e il sorriso si mescolano con la malinconia dei ricordi, con la tristezza e anche con la rabbia per un mondo che non è certo il migliore dei mondi possibili, ma l’abbiamo fatto noi, e in questo mondo ora ci tocca vivere. Proprio come un clown, Jannacci ha
la capacità di stupire, di creare atmosfere poetiche, di inventare incantesimi, di far ridere e piangere allo stesso tempo. Canzoni comiche e malinconiche, ovvero malin-comiche.
Le canzoni sono introdotte, seguite, contaminate dalle parole di alcuni autori milanesi che, per
assonanze logiche e illogiche, danno vita a una carrellata di personaggi eccentrici, surreali, timidi o
inquieti, ma sempre densi di quella umanità semplice e schietta di cui erano ricche le periferie
popolari e le case di ringhiera della Milano negli anni ‘50-‘60. Si va da Beppe Viola, giornalista
sportivo e ironico scrittore, grande amico di Jannacci, con il quale ha composto oltre a diverse
canzoni anche la sceneggiatura del film di Mario Monicelli ‘Romanzo popolare’, passando per Walter Valdi, uno dei capostipiti del cabaret milanese, autore tra l’altro di alcune canzoni portate al
successo da Jannacci (‘Faceva il palo’, ‘La ballata del Pittore’); si incontra la periferia milanese
raccontata da Giovanni Testori nel ciclo di opere detto ‘I segreti di Milano’ per giungere alla
poesia di Franco Loi, un genovese approdato da bambino a Milano di cui oggi ne è forse il più
autorevole poeta dialettale.
L’accompagnamento musicale, nonché gli arrangiamenti, sono affidati a Massimo Betti (chitarra),
Stefano Fascioli (contrabbasso), Giulia Bertasi (fisarmonica), musicisti milanesi con diverse
esperienze sia nel campo del jazz che della musica per il teatro. ‘Roba minima, s’intend!’ pur avendo il suo cuore pulsante nelle canzoni di Jannacci è a tutti gli effetti uno spettacolo teatrale dove la semplice ma suggestiva scenografia di Maria Spazzi e le luci di Alessandro Verazzi evocano una città: Milano, avvolta nella nebbia e abitata dai personaggi che vengono via via interpretati da Stefano Orlandi con ironia e leggerezza.
BIGLIETTI
Prestige € 22,00 – Poltronissima € 20,00 – Poltrona € 18,00 – Under 26 anni € 15,00
(Redazione/IlMohicano)