INTERVISTA/ ‘Notte chiara’, il nuovo singolo di Silvia Cecchetti
(di Daniele Rossignoli) Da giovedì 31 ottobre è disponibile in digital download il singolo ‘Notte Chiara’ di Silvia Cecchetti, Edizioni e Produzioni di Beppe Carletti ‘I Nomadi’. “Il brano -spiega la cantautrice romana a IlMohicano– è un momento personale, che avevo voglia di scrivere e condividere. Parla di una ninna nanna d’amore. Un amore che una donna dedica al proprio amato, ma un amore così tossico da sembrare una allucinazione e che ha un risvolto forse non sanissimo. Il bisogno di amare e di essere amati -sottolinea- dovrebbe essere la cosa più naturale, poiché accompagna il genere umano dalla nascita, invece, a volte, è cosi grande da farci perdere il contatto con la realtà, confondendo i confini tra emozioni e sentimenti”.
“Soddisfare la nostra mancanza -prosegue Silvia Cecchetti- prende il sopravvento, facendoci vivere nell’illusione di un film scritto da noi stessi, cancellando dalla vista la persona che abbiamo di fronte. Il naturale desiderio di stare con l’altro si trasforma nella paura costante di perderlo e la sofferenza pare l’unico filo conduttore di una relazione”.
Silvia Cecchetti si può dire che abbia cantato da sempre, fin da piccola. Nel ’92 partecipa al Festival di Castrocaro e l’anno dopo è in gara a Sanremo Giovani con il brano ‘Come si cambia’ grazie al quale acquisisce il diritto ad esibirsi al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con ‘Il mondo dove va’, classificandosi al nono posto. Nello stesso anno pubblica l’album ‘Silvia Cecchetti’ che comprende alcune canzoni scritte da Mario Lavezzi e da Mogol. Inizia con Andrea Bocelli una lunga tournée prima in Italia, poi negli Usa e in Canada. Nel 2009 esce il suo secondo album ‘Tempi diversi’. Ma la cosa che più la appassiona e la scuola di musica e l’associazione ‘Vivi la tua voce’ che ha aperto a Monza.
“Organizzo master per autori, cantanti, fonici, grafici, lavorando con i giovani. Insegno canto, bel canto -sottolinea- ma soprattutto concentro la loro preparazione sull’interpretazione. Penso, infatti, che oggi manchi non tanto un insegnamento sulla tecnica, quanto quello espressivo. I giovani devono poter tirare fuori la loro personalità. Oggi, il mercato, più che mai, influenza i giovani artisti e tra l’altro non si sentono cose musicalmente molto diverse tra loro. I ragazzi, invece, devono esprimere ciò che sentono con la loro espressività, i loro difetti. L’aiuto che io cerco di dare non è volto a mettere una parte di me in loro -conclude- ma tirar fuori quello che loro possono esprimere”.