TUSKS a Milano l’1 febbraio 2020, unica data italiana

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Unica data italiana per TUSKS, sabato 1 febbraio 2020 al Serraglio di Milano. L’artista rivelazione del panorama indie-elettronico britannico, al secolo Emily Underhill,  è una giovane cantautrice e producer inglese. Dopo aver debuttato con il primo EP ‘Snow’ (2012), nel 2014 autoproduce ‘Ink’, secondo progetto firmato sotto il monkier ‘TUSKS’ che trae ispirazione dall’album della band Fleetwood Mac. La sua vocalità attira le attenzioni dell’etichetta One Little Indian, con la quale inizia un percorso discografico che si concretizza con la pubblicazione di ‘False’ (2016), EP in otto canzoni, tra cui l’intensa e complessa ‘False’ e il brano dream-pop ‘Torn’.

Nell’ottobre del 2017 TUSKS pubblica ‘Dissolve’, primo album in studio caratterizzato da influenze post rock e un’elettronica raffinata, il tutto accompagnato dalla voce magnetica dell’artista. Grazie al disco d’esordio, la giovane cantautrice viene paragonata ad artisti celebri in tutto il mondo come The XX, London Grammar e James Blake, conquistando le attenzioni di Lauren Laverne, Annie Mac e la approvazione da parte dei media inglesi del settore, fra cui Wonderland, MixMag, The Line of Best Fit e DIY. Il progetto, che vede la collaborazione del produttore Brett Cox (Alt-J, Marika Hackman e Jack Garratt), contiene ‘Toronto’, primo singolo estratto dall’album che conta oltre 3,4 milioni di stream su Spotify, ‘1807’ e ‘Last’.

Il 14 giugno 2019 TUSKS  pubblica il nuovo ‘Avalanche’ per One Little Indian/Audioglobe, album che rappresenta una vera ‘rinascita’ per la cantautrice. Oltre al titolo (in italiano valanga per esprimere al meglio la carica nascosta in questo lavoro) la scrittura delle dieci tracce è edificante e ruota intorno a temi importanti, come il conoscere a fondo sé stessi e l’importanza di impegnarsi per abbattere gli ostacoli che la vita pone sul cammino di ognuno.

‘Peachy Keen’ è il brano che anticipa l’album e rappresenta una vera risposta al sessismo del deputato del partito conservatore britannico Christopher Chope e al patriarcato radicato che molte persone vivono quotidianamente. All’ascolto di questa intera produzione, la mente riporta a brani come ‘My Bloody Valentine’, ‘Foals’, ‘Marika Hackman’, ‘Wolf Alice’ e infatti, la cantautrice rivela «mi sono lasciata ispirare da band in stile grunge capitanate da donne» ma anche dal fascino travolgente della natura delle terre d’Islanda le cui fotografie costituiscono l’artwork del disco.

 

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