Giordano Sangiorgi (MEI) festeggia 25 anni di musica indipendente
(di Daniele Rossignoli) Mancano pochi giorni al via della nuova edizione del MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti), che si svolgerà a Faenza (Ravenna) dal 4 al 6 ottobre, e Giordano Sangiorgi, che della manifestazione ne è l’ideatore e l’organizzatore, spiega a ‘il Mohicano’ come, nel corso di 25 anni (il primo raduno si è tenuto nel ’95), sia cambiata la musica, ma sopratutto il mondo degli ‘indipendenti’.
“Quest’anno -spiega Sangiorgi- festeggiamo i 25 anni di una manifestazione che, quando era nata, aveva raccolto una sfida: la musica indipendente era tenuta ai margini dalle grandi case discografiche che la ritenevano musica di serie B. Quella sfida ha portato gli ‘indipendenti’ ad essere oggi la spina dorsale dell’innovazione della nostra musica, visto che il 40% del mercato è oggi in mano a loro. Inoltre, sosteniamo le start up giovanili che investono le loro risorse per innovare la musica nel nostro Paese”.
“Per noi -tiene a sottolineare Sangiorgi- è un obiettivo raggiunto e siamo contenti di festeggiarlo con chi c’era nelle prime edizioni, con chi ci hanno aiutato a lanciare questo movimento e con i tanti giovanissimi in cui crediamo”. Per questo, a festeggiare i 25 anni di ‘indipendenza’, spiega Sangiorgi, ci saranno “i Bluvertigo che vennero al primo MEI nel ’95 che si chiamava ‘Festival delle autoproduzioni’, ci sarà Morgan, che premieremo per la sua carriera di indipendente e poi i Negrita, che mossero i primi passi, anche loro, nel ’95. Avremo, inoltre, un pioniere come Riccardo Sinigallia che ha lavorato al progetto dei Tiromancino e di Motta, ma pure Cristina Donà e Ginevra Di Marco“.
Ma come è nata l’dea di creare un movimento ‘indipendentista? “E’ una sorta di declinazione che ho avuto della mia vita -spiega Sangiorgi- dal punto di vita sociale, culturale e politico ho sempre avuto un’idea autonoma, indipendente, perchè ritengo che l’indipendenza sia uno strumento di crescita e di sviluppo della società. Credo che la musica indipendente sia quella che abbia contribuito maggiormente al rinnovamento stesso della musica. Se non ci fosse stata la filiera della musica indipendente in questi anni, oggi non avremmo 25 anni di importantissima musica italiana e forse avremmo una classifica composta da soli brani stranieri”.
Il mercato, però, in questi 25 anni è cambiato notevolmente, si vendono pochi dischi e la musica è ormai considerata ‘liquida’: “Il mercato fisico del vinile del cd e della musicassetta è definitivamente morto. I fatturati e le classifiche -sottolinea Sangiorgi- si fanno con lo streaming. Tanti anni fa si potevano vendere anche 10 mila copie di una cassetta durante i concerti. Oggi si possono fare tanti streaming on line percependo, tuttavia, pochissime risorse perchè pagano poco. Ecco quindi che si punta ai live. Oggi, con l’accelerazione del mercato in streaming, è possibile passare, in brevissimo tempo, dal concerto per pochi amici all’Arena di Verona. Servirebbero quindi degli interventi legislativi a livello europeo per portare a delle trattative con i grandi player del settore e obbligarli a pagare di più i contenuti”.
In un mercato che sembra saturo, cresce sempre più il numero di giovani che vogliono farne parte: “Per fortuna -sottolinea Sangiorgi- la musica è un po’ come la democrazia, Una volta votavano solo gli uomini e sopratutto i ricchi e la musica si faceva solo nelle case dei ricchi. Ora, grazie alle nuove tecnologie tutti possono entrare nel mondo musicale, anche se è del tutto evidente che poi il 95 per cento di ciò che producono è roba da buttare. Tuttavia -conclude- credo sia molto molto meglio scegliere qualcuno fra un milione che fra dieci”.