Io sono l’altro, Niccolò Fabi (testo)
Io sono l’altro.
Sono quello che spaventa.
Sono quello che ti dorme nella stanza accanto.
Io sono l’altro.
Puoi trovarmi nello specchio.
La tua immagine riflessa, il contrario di te stesso.
Io sono l’altro.
Sono l’ombra del tuo corpo.
Sono l’ombra del tuo mondo.
Quello che fa il lavoro sporco al tuo posto.
Sono quello che ti anticipa al parcheggio
e ti ritarda la partenza.
Il marito della donna di cui ti sei innamorato.
Sono quello che hanno assunto quando ti hanno licenziato.
Quello che dorme sui cartoni alla stazione.
Sono il nero sul barcone.
Sono quello che ti sembra più sereno
perché è nato fortunato o solo perché ha vent’anni in meno.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti.
Adesso facci un giro e poi… mi dici.
E poi.
Io sono il velo
che copre il viso delle donne,
ogni scelta o posizione che non si comprende.
Io sono l’altro,
quello che il tuo stesso mare
lo vede dalla riva opposta.
Io sono tuo fratello, quello bello.
Sono il chirurgo che ti opera domani.
Quello che guida mentre dormi.
Quello che urla come un pazzo e ti sta seduto accanto.
Il donatore che aspettavi per il tuo trapianto.
Sono il padre del bambino handicappato che sta in classe con tuo figlio.
il direttore della banca dove hai domandato un fido.
Quello che è stato condannato,
il presidente del consiglio.
Quelli che vedi sono solo i miei vestiti.
Adesso vacci a fare un giro e poi… mi dici.
E poi… mi dici.
Mi dici.
(E poi… mi dici…!)
Mi dici.
(E poi… mi dici…!)
(E poi…)
(Mi dici…)