Il cantautore hippie-folk statunitense Devendra Banhart il 9 settembre a Milano

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Devendra Banhart, cantautore hippie-folk statunitense, si prepara a tornare nel nostro Paese con una performance esclusiva, prevista per domenica 9 febbraio 2020 al Teatro dal Verme di Milano. Classe 1981, Banhart è un poliedrico artista nato negli Stati Uniti ma cresciuto in Venezuela. L’incontro con queste due culture stimola e influenza la passione per la musica e per l’arte, che coltiva fin dall’infanzia. Durante gli studi al San Francisco Art Institute, il giovane Banhart si dedica alla pittura e al disegno e, nel frattempo, muove i primi passi verso la musica, incominciando a sperimentare canzoni con l’ausilio di vecchi registratori e a comporre brani eterogenei, inizialmente non destinati a un pubblico preciso.

Il cambiamento avviene quando Michael Gira, fondatore e cantante della rock band Swans, ascolta nel 2002 il timbro vocale unico del cantautore e ne rimane elettrizzato. Inizia così una collaborazione che porta alla produzione di ‘Oh Me Oh My…’ (2002), una raccolta unica di 22 registrazioni folk psichedeliche, composte da testi surreali e accompagnate dalla chitarra e dalla rara voce dell’artista, definita da Pitchfork come “un mix tra il beat di Tim Buckley, il timbro di Marc Bolan e il vibrato di Tiny Tim”. Nel 2003 Banhart pubblica l’EP ‘The Black Babies’, che contiene alcuni suoi brani inediti folk e acustic rock. Il progetto discografico precede il primo full-length album composto da ‘Rejoicing in the Hands’ (2004), i cui brani, principalmente psychedelic e indie folk, sono caratterizzati da arpeggi, filastrocche e dalla scrittura particolare dell’artista, e ‘Niño Rojo’, uscito nell’aprile dello stesso anno. Il progetto discografico attira fin da subito le attenzioni della critica internazionale registrando 88/100 su Metacritic.

Nel settembre del 2005 pubblica con l’XL Recording l’ambizioso album ‘Cripple Crow’, che contiene 22 brani dotati di una grande attenzione negli arrangiamenti, che includono cori, batterie, chitarre elettriche, e che spiana la strada all’album successivo ‘Smokey Rolls Down Thunder Canyon’ (2007). Nel 2009 esce ‘What Will We Be’ il settimo progetto discografico firmato dalla major Warner e anticipato dal brano ‘Baby’. Nel 2013 è la volta di ‘Mala’, album di ritorno alle origini composto dalle mille sfaccettature folk, indie e latine che caratterizzano la sua musica. Le stesse sonorità sono ritrovate anche nel successivo disco ‘Ape in Pink Marble’ (2016), che contiene tredici tracce ricche di arrangiamenti inusuali e orientali. Banhart torna sulla scena musicale nel 2018 realizzando la cover di ‘Shown and Told’ della band indie rock Joan of Arc’s e pubblicando, nel febbraio del 2019, la sua prima raccolta di poesie chiamata ‘Weeping Gang Bliss Void Yab-Yum’.

Il 13 settembre 2019 è in programma l’uscita del nuovo album ‘Ma’ per Nonesuch, un album che racconta le diverse sfumature della maternità e che parla dell’amore materno tramite brani dai toni più semplici, intimi, e in lingue diverse. Il progetto discografico è anticipato dai brani ‘Kantori Ongaku’, un omaggio al musicista e produttore giapponese Haruomi Hosono, da ‘Abre Las Manos’, una ode al Venezuela, e dallo struggente ‘Memorial’. La vena artistica Banhart non si limita alla musica: i suoi disegni particolari ed enigmatici, infatti, sono esposti nelle gallerie di tutto il mondo. L’artista, inoltre, vanta una collaborazione con Yoko Ono per il progetto ‘Water Piece’ e la pubblicazione della raccolta d’arte ‘I Left My Noodle on Ramen Street’.

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